[ Sabato 28 giugno ]
Garibaldi in Sicilia
Presente come “privato cittadino” durante le manifestazioni popolari in Sicilia, Garibaldi dichiara la necessità di una spedizione armata su Roma.
Presente come “privato cittadino” durante le manifestazioni popolari in Sicilia, Garibaldi dichiara la necessità di una spedizione armata su Roma.
Il Regno d’Italia vara la legge sul Monopolio di Stato per i tabacchi, in base al quale il solo produttore e fornitore è lo stesso Stato, al fine di aumentare il suo gettito fiscale.
A Marsala Garibaldi pronuncia lo storico giuramento “Roma o morte”: diverrà la parola d’ordine di tutte le manifestazioni popolari a favore di Roma Capitale.
Volontari per la Legione Romana vengono chiamati a raccolta a Palermo da Garibaldi allo scopo di insorgere contro lo Stato Pontificio al grido di “Italia e Vittorio Emanuele” e “Roma o morte!”.
Al grido di “Roma o morte!”, Garibaldi raduna a Palermo un gruppo di volontari per una marcia su Roma.
Con l’ausilio di 1.300 volontari, Garibaldi ha la peggio in uno scontro sull’Aspromonte con l’esercito italiano al comando del colonnello Emilio Pallavicini: muoiono cinque garibaldini e sette bersaglieri, ma alcuni soldati italiani che si erano uniti ai volontari saranno fucilati. Garibaldi è colpito ad una gamba e preso prigioniero dal generale Enrico Cialdini: si tratta della ferita che sarà ricordata in una celebre ballata popolare al ritmo della marcia dei bersaglieri.