Nella notte tra il 6 ed il 7 maggio avviene uno degli episodi più esecrabili dell’intera storia della città di Roma: il saccheggio dei Lanzichenecchi, mercenari tedeschi al servizio dell’imperatore Carlo V d’Asburgo e guidati da Corrado di Bemelberg. Tra gli atti infami si annoverano case devastate, le monache dei conventi di Santa Maria in Campomarzio, San Silvestro e di Montecitorio vittime di atrocità inenarrabili, chiese incendiate, stalle approntate indegnamente all’interno del Vaticano. Le strade, imbrattate di sangue, sono piene di moribondi e cadaveri. A Castel Sant’Angelo trova rifugio papa Clemente VII. L’episodio sarà talmente grave e significativo che per alcuni storici questa data segnerà la fine del Rinascimento.