[ anno 307 ]
Morte di Flavio Severo
Muore l’imperatore Flavio Valerio Severo.
Muore l’imperatore Flavio Valerio Severo.
Martino I
A Chersoneso (l’attuale Sebastopoli in Crimea) muore papa Martino I.
Nel Concilio di Costantinopoli III la teoria monotelita (secondo la quale Cristo era guidato da una volontà unica e quindi non distinta come nel concetto di Trinità) viene condannata e sul defunto papa Onofrio I viene lanciato l’anatema per averla appoggiata.
Vittore III
Papa Vittore III muore e viene sepolto nell’abbazia di Montecassino. Per Roma inizia quindi una sede vacante. Ma l’antipapa Clemente III è sempre attivo in città, rendendola una sede poco adatta per radunare i cardinali per l’elezione del nuovo pontefice.
Avendo ricevuto da papa Clemente IV la nomina a senatore per 10 anni, Carlo d’Angiò entra a Roma, prendendo possesso del Campidoglio.
Durante la Cattività avignonese, papa Innocenzo VI fa partire per l’Italia il cardinale Egidio Albornoz a cui affida Cola di Rienzo, appena scarcerato, affinché si serva di lui per riconquistare Roma. Nel frattempo il pontefice preannuncia con una lettera il ritorno del tribuno ai romani, chiedendo loro di riservagli una benevola accoglienza.
Ad Avignone muore l’antipapa Clemente VII.
Braccio da Montone assume il titolo di rettore del Patrimonium e si impegna nella difesa di Roma dietro lauto compenso in denaro: sono i termini del patto raggiunto a Sutri con gli ambasciatori inviati dal cardinale Isolani.
Il veneziano Pietro Barbo, cardinale di San Marco, eletto dal conclave il 30 agosto passato dopo un solo scrutinio, viene consacrato papa in San Pietro con il nome di Paolo II.
Dopo la morte di papa Alessandro VI, 31 cardinali entrano in conclave a Roma.
La ricostituzione dell’Ordine di San Maurizio viene riconosciuta da papa Gregorio XIII tramite la bolla Cristiani Populi.
Il frate francescano Celestino da Verona viene bruciato sul rogo a Campo de’ Fiori. Malgrado fosse stato uno degli accusatori di Giordano Bruno, ne anticiperà ironicamente il tragico destino cinque mesi prima del filosofo di Nola, sempre a causa di reiterate opinioni eretiche.
Durante un concistoro papa Innocenzo XIII invita i cardinali ad aiutare economicamente i Cavalieri di Malta: saranno raccolti 100.000 scudi.
Viene emesso un editto che proibisce il pascolo sull’altura del Monte dei Cocci a Testaccio.
I Gesuiti vengono espulsi dal Portogallo ed imbarcati alla volta di Civitavecchia.
Cercando di placare il malcontento popolare, papa Pio IX incarica il giurista Pellegrino Rossi, che aveva fama di essere progressista, di formare il nuovo Governo: viene affidato al cardinal Soglia e con lo stesso Rossi come ministro delle Finanze ad interim e come ministro dell’Interno, attuando rigidi provvedimenti di Polizia.
L’Ambasciata austriaca cede al Governo del Re d’Italia Vittorio Emanuele II Palazzo Firenze a Campo Marzio.
Le truppe italiane si accampano intorno a Roma, prossime all’assalto. Riportando nel titolo le parole di papa Pio IX “Portae Inferi non preaevalebunt” (“Le porte dell’inferno non prevarranno”), “L’Osservatore Romano” riporta così gli eventi in un suo articolo: “Sulle colline circostanti, dalle alture della nostra Roma, si veggono biancheggiare le tende sotto cui si raccolgono le truppe di re Vittorio Emanuele. Esse possono abbracciare con lo sguardo il maestoso profilo della città de’ sette colli e soprattutto fissarlo sull’altera mole, miracolo dell’arte, sotto cui riposano in pace le ceneri de’ Principi degli Apostoli. Ma se la sovrana maestà di quella, riflette sulla Santa Città la sua ombra benefica e protettrice, si aderge però spettro gigantesco e minaccioso dinanzi ai battaglioni di quel re cattolico e italiano che osa sperare possibile di oltrepassarne i sacrosanti penetrali, non per rendere gloria al dio del Cielo e della terra, non per prestare il debito omaggio al Supremo Vicario di Gesù Cristo ma per conculcare le leggi della nostra Santa Religione, per umiliare e ridurre in schiavitù il Capo, il Duce, il Maestro di duecento milioni di cattolici”.
Proclamato dalla Camera del Lavoro di Milano e riscuotendo l’adesione dei lavoratori delle principali città del nord e del centro Italia, per la prima volta in Italia e a Roma si svolge uno sciopero generale nazionale.
Benito Mussolini fa trasferire i suoi uffici di capo del Governo a Palazzo Venezia da Palazzo Chigi, che rimane sede del Ministero degli Affari Esteri.
Con la delibera n° 4921 del governatore di Roma Piero Colonna si stabilisce di chiamare la strada che verrà aperta tra piazza San Pietro ed il Lungotevere come via della Conciliazione, ritenendo doveroso ricordare nella toponomastica romana lo storico accordo che pose fine al dissidio tra la Chiesa e lo Stato Italiano.
A Roma il generale Taddeo Orlando, comandante dell’Arma dei Carabinieri, respinge la richiesta di Carlo Sforza, alto commissario per le sanzioni contro il Fascismo, di avere dei Carabinieri ai propri ordini per le attività legate alle epurazioni.
A piazza Fiume viene inaugurata la sede della catena di grandi magazzini La Rinascente.
Iniziano le attività del Teatro Stabile di Roma.
Delle bombe esplodono al “Cafè de Paris” di via Veneto, provocando 40 feriti. L’attentato sarà rivendicato dall’Organizzazione Rivoluzionaria dei Musulmani Socialisti.
La fontana della “Dea Roma” nei giardini di piazza Monte Grappa, opera dello scultore polacco Igor Mitorai, viene inaugurata.
Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica dal 1999 al 2006, si spegne a Roma.