[ 3 maggio 1493 ]
Bolla Eximiae devotionis
Papa Alessandro VI concede ai reggenti spagnoli il dominio sulle Americhe tramite la bolla Eximiae devotionis.
Papa Alessandro VI concede ai reggenti spagnoli il dominio sulle Americhe tramite la bolla Eximiae devotionis.
Con la bolla Inter Caetera, papa Alessandro VI sancisce la divisione del Nuovo Mondo tra Spagna e Portogallo.
In Vaticano si celebrano le nozze tra Lucrezia Borgia di 13 anni, figlia di papa Alessandro VI e Vannozza Cattanei, con Giovanni Sforza, conte di Pesaro. L’umanista e cronista dell’epoca, Stefano Infessura, descrive così l’evento poco cattolico: “Il dodici dello stesso mese, mercoledì, 150 nobilissime dame romane, tutti i magistrati e il Senatore di Roma, i mariti di quelle nobildonne e tutti gli ambasciatori furono invitati dal Papa alla cerimonia nuzziale nel palazzo pontificio a S. Pietro. Dopo le nozze, il papa fece portare 159 coppe d’argento piene di confetti per una colazione; e qui, in segno di gran letizia, furono gettati in seno a molte donne, specialmente alle più belle. Tutto questo in onore e lode di Dio onnipotente e della Chiesa Romana. Alessandro [VI] continuò e ampliò la consuetudine di maritar le figlie inaugurata da Innocenzo [VIII]. Tutto il clero si dedicò dunque con una certa diligenza a procrear figlioli, sicché dal più alto al più basso tengono concubine a mò di matrimonio, anche pubblicamente. E se Dio provvede, questa corruzione contagerà anche i monaci e gli ordini religiosi, sebbene i monasteri di Roma siano già diventati quasi tutti dei lupanari [bordelli], senza che nessuno vi si opponga. Alcuni cardinali rimasero a cena e sederono alla stessa mensa; prima il papa, poi i cardinali e lo sposo con altri signori: e, tra di loro, anche le donne. Per prima, naturalmente, la figlia del papa, poi Giulia, la sua bella concubina. Restarono a tavolo fino sette ore di notte [le attuali tre del mattino]; si recitavano commedie e tragedie e anche qualche scena lasciva. Infine, lo stesso papa accompagnò personalmente, come dicono, la figlia e lo sposo fino al palazzo del cardinale di S. Maria in Portico, dove lo sposo si unì con la moglie. Si son dette molte altre cose che qui non riporto, le quali o non son vere, o se lo sono, sono incredibili”.
Papa Alessandro VI si rifugia ad Orvieto e Perugia, visto che il re di Francia Carlo VIII si dirige verso Roma.
Carlo VIII, re di Francia e Napoli, sosta a Roma prima della partenza per Viterbo, alla vana ricerca di un colloquio con papa Alessandro VI.
Jofrè Borgia, figlio illegittimo di papa Alessandro VI, e sua moglie Sancia d’Aragona, vengono ad abitare a Roma.
Giovanni Borgia, duca di Gandia e figlio illegittimo del cardinale Rodrigo Borgia, il futuro papa Alessandro VI, viene assassinato con il suo attendente in piazza Giudea a Portico d’Ottavia. Gli assassini non saranno mai individuati anche se l’ipotesi più accreditata sarà che si trattasse di sicari mandati dal fratello Cesare.
Papa Alessandro VI esce incolume dopo essere rimasto sepolto sotto le macerie causate da un fulmine che provoca il crollo del soffitto della sala dei Pontefici nei palazzi vaticani.
Alfonso di Bisceglie resta ferito in un attentato da parte di due sicari inviati da Cesare Borgia, figlio illeggittimo del papa, Alessandro VI. Morirà circa un mese dopo, il 18 agosto.
Secondo la cronaca del Burcardo “… l’illustrissimo Alfonso d’Aragona, duca di Bisceglie e principe di Salerno [marito di Lucrezia Borgia], che era stato ferito la sera del 15 luglio, e quindi trasportato e attentamente custodito nella torre Nuova sopra la cantina comune del Papa [Alessandro VI], poiché non aveva intenzione di morire per quelle ferite, è stato strangolato nel suo letto verso la diciottesima ora… Sono stati catturati, trasferiti a Castel Sant’Angelo e interrogati i medici del defunto, e insieme a loro un gobbo che gli aveva somministrato le cure. Ma poco dopo sono stati liberati e riconosciuti innocenti: peraltro quelli che avevano dato l’ordine di arrestarli sapevano perfettamente che non c’entravano nulla con la morte del duca”. Infatti tutti sapevano che il responsabile dell’assassinio era il cognato Cesare Borgia.
“Predixi tibi papa bos quod esses. / Predico: Moriere, si hinc abibis; / succedet Rota consequens Bubulcum”: è la prima pasquinata in latino che viene trovata affissa sull’omonima statua. La traduzione “Ti predissi che saresti stato un papa bue. / Ti predico: Morrai, se da qui andrai via; / verrà la Rota che tien dietro al Bifolco” profetizza la morte per papa Alessandro VI qualora partirà da Roma.
Una cronaca racconta di una lussuriosa festa: “L’ultima domenica di ottobre, vigilia della festa di Ognissanti la sera, nella camera del duca Valentino al palazzo apostolico, si è svolto un banchetto al quale hanno partecipato cinquanta meretrici oneste, le cosiddette cortigiane. Finito il pranzo hanno danzato con i servitori e altre persone presenti… Tutto questo è avvenuto alla presenza e sotto lo sguardo del papa [Alessandro VI], del duca e di sua sorella Lucrezia. Infine sono stati mostrati mantelli di seta, sandali, berretti e altri doni: sarebbero andati in premio a quanti avessero avuto il maggior numero di rapporti carnali con le meretrici. E così ognuno ha fatto il suo porco comodo con le cortigiane in quella stessa camera, sotto gli occhi degli altri; dopo di che sono stati distribuiti i premi ai vincitori”.
Alessandro VI
Vittima forse di avvelenamento, papa Alessandro VI muore a Roma. Immediatamente il figlio illegittimo Cesare Borgia fa trasportare in casa sua il tesoro del Vaticano, valutato nell’ordine dei 300.000 ducati d’oro.
Con la sepoltura in San Pietro, si svolgono a Roma i funerali di papa Alessandro VI.
Fino al 12 settembre. Malgrado il 4 settembre sia avvenuta la sepoltura di papa Alessandro VI, a San Pietro si svolgono quotidiane esequie al pontefice malgrado il catafalco ormai vuoto.
Dopo la morte di papa Alessandro VI si svolge una riunione preliminare per organizzare il conclave.
Dopo la morte di papa Alessandro VI, 31 cardinali entrano in conclave a Roma.