In un discorso in Parlamento il deputato socialista Giacomo Matteotti denuncia le violenze fasciste durante la campagna elettorale e le irregolarità che hanno caratterizzato lo svolgimento delle votazioni del 6 aprile: ne chiede quindi l’invalidazione.

Dopo essere stato assalito su lungotevere Arnaldo da Brescia dallo squadrista toscano Amerigo Dumini e da appartenenti ad associazioni fasciste milanesi, il deputato socialista Giacomo Matteotti scompare.

I ministri Giovanni Gentile, Alberto De Stefani, Luigi Federzoni e Aldo Oviglio presentano le dimissioni dopo la sparizione di Giacomo Matteotti.

A Montecitorio, dopo aver ascoltato la commossa commemorazione di Giacomo Matteotti pronunciata da Filippo Turati, l’assemblea dei gruppi di opposizione afferma che non parteciperà più ai lavori della Camera fino a quando non verrà ripristinata la legalità e l’autorità della legge.

Una legge che prevede l’amnistia per il reato di sequestro di persona viene emanata dal Governo: in sede di processo tornerà particolarmente utile ai sequestratori di Matteotti.